Un territorio tutto da scoprire

Tra le vette più alte, sorge Lanzada

Lanzada, piccolo comune della Valmalenco, è situata a 983 mt s.l.m., proprio al confine con la Val Lanterna e a un passo dal confine svizzero.

Proprio qui, oltreconfine, termina, infatti, il Pizzo Bernina con i suoi 4.049 mt s.l.m. e, pochi metri più sotto, Lanzada tocca i 4.021 mt s.l.m., conquistando il primato di unico comune della regione Lombardia con un’altitudine massima che supera i 4.000 mt s.l.m.

Centro

è collocata a 980 metri di quota, ai piedi delle pendici del Monte Motta corrispondenti al fianco destro della valle del Lanterna.

La dimensione del nucleo dimostra l’importanza storica del centro di Lanzada che fu, fin dal tardo medioevo, il luogo più popolato della Val Malenco, con il possesso dei più ricchi alpeggi e maggenghi della valle. Si sviluppò già dal XV sec. un’attività commerciale ed artigianale legata all’emigrazione invernale di persone in cerca di un’occupazione provvisoria. La vendita dei “laveggi”, pentole in pietra ollare, fu seguita dall’attività relativa alla loro riparazione e quindi dall’attività dei “magnan”, stagnini ambulanti.

Frazione di Tornadri

La contrada Tornadri è collocata a 1090 metri di quota, ai piedi delle pendici del Monte Motta corrispondenti al fianco destro della valle del Lanterna.

E’ raggiungibile dal centro comunale direttamente, mediante una strada di recente costruzione diretta a Franscia, o attraverso i nuclei di Ganda e Vetto, percorrendo l’antica strada comunale di S.Carlo.

Essa passa a monte del nucleo, in prossimità dell’importante palazzo storico, ex. dogana, denominato Ca’ di Tudesch, che reca in facciata un affresco raffigurante S.Giovanni Nepomuceno, già rappresentato nell’edicola dedicata al santo, in contrada Vetto.

Frazione di Vetto

La contrada Vetto è collocata a 1050 metri di quota, ai piedi delle pendici del Monte Motta corrispondenti al fianco destro della valle del Lanterna. E’ posta tra le contrade Ganda e Tornadri, alle quali è collegata mediante una strada proveniente dal centro comunale, corrispondente all’antica strada comunale di S. Carlo.

Il percorso passa a monte del nucleo storico, ed è individuato da luoghi di culto: la Chiesa di S.Carlo ed il Capitel del Nepomuceno. Attualmente esiste una strada posta più a monte di questa che collega direttamente il centro comunale a Tornadri e quindi alla strada per Franscia.

Frazione di Ganda

La Contrada Ganda è collocata sul fondovalle, in posizione pianeggiante, a 989 metri di quota. Si collega al centro comunale mediante l’antica strada comunale di S. Carlo, che continua più a monte nelle contrade di Vetto e Tornadri, un tempo unica via di collegamento a Franscia.

L’edificazione si divide in due accentramenti posti rispettivamente alla sinistra ed alla destra orografica del torrente Lanterna e collegati da un esile ponte carrabile.

Frazione Moizi

è collocata a 989 metri di quota, ai piedi delle pendici del Monte Palù sulla sponda soleggiata all’imbocco della valle del Lanterna. E’ posta ad est del nucleo di Vassalini in comune di Chiesa in Valmalenco (sceda n. 1.07), al quale è collegata da un percorso pedonale. E’ raggiungibile dal centro comunale mediante un breve tratto di percorso veicolare, a monte della stada provinciale che collega Lanzada a Chiesa in Valmalenco.

La viabilità pubblica si conclude a valle del nucleo in una piazzetta rettangolare adibita a parcheggio e sovrastata da un antico affresco (scheda n. 3.01,03) che sembra segnare l’ingresso al centro abitato. Esso domina inoltre una seconda piazzetta contigua alla prima, provvista di un notevole lavatoio.

Franscia

Franscia si estende intorno ai 1520 metri di quota nell’omonima conca, punto di confluenza delle valli dello Scerscen e di Campo Moro. La posizione strategica, centrale rispetto agli alpeggi ed ai maggenghi presenti sul territorio comunale, crocevia dei più importanti itinerari escursionistici, spiega il crescente interesse turistico dell’area, affiancato a quello zootecnico.

Franscia è raggiungibile da Lanzada lungo un suggestivo percorso veicolare, asfaltato, che attraversa numerose gallerie scavate in roccia.

Presenta una considerevole quantità di prati da sfalcio, con una condizione climatica favorita dalla posizione al riparo dai venti.

Alpe Sasso dell’agnello

La località Sasso dell’Agnello è collocata sul versante sinistro della valle di Campo Moro, a 1880 metri di quota. Il toponimo deriva dalla presenza caratterizzante e dominante sull’insediamento di un promontorio roccioso, e dal fatto che il nucleo fu storicamente popolato dalle famiglie Agnelli di Caspoggio.

Le costruzioni solo allineate alla base del fianco scosceso della roccia, che ne sostituisce la muratura a monte. Sono realizzate in pietrame e malta, ed alcune sono state recentemente ricostruite con assi di legno affiancati.

Alpe Brusada

Il nucleo denominato Brusada è collocato a 1502 metri di quota, in posizione di terrazzo, sul versante orografico sinistro del torrente Lanterna, orientato a nord – ovest. E’ raggiungibile percorrendo una strada sterrata che risale la costa rocciosa poco a monte della contrada Tornadri .

Dispone di una discreta quantità di prati da sfalcio contornati da una notevole pineta conosciuta in particolar modo per la sua ricchezza micologica. L’interesse ambientale e paesaggistico del nucleo è riconducibile anche alla sua posizione panoramica ed alla rappresentatività dell’insediamento storico.

Alpe Ponte

Il nucleo Ponte è collocato intorno ai 1500 metri di quota, in posizione di terrazzo sulla sponda soleggiata della conca di Chiesa in Valmalenco. E’ stato storicamente raggiungibile mediante percorsi pedonali, dalla contrada Curlo di Chiesa in Valmalenco e dalle contrada Moizi e Centro di Lanzada, e solo da poco tempo è stata costruita una pista forestale che lo collega alla strada che da Lanzada sale a Franscia.

L’importanza storica di Ponte è evidenziata dalla diffusione di dipinti murali, localizzati anche in insediamenti limitrofi, come in località Fraccia posta tra Ponte e Cima Sassa e sul sentiero che lo congiunge alla frazione Moizi di Lanzada. E’ inoltre presente una chiesa edificata nel 1941.

Alpe Cima Sassa

è collocato intorno ai 1750 metri di quota. La denominazione stessa ne indica la posizione sommitale e dominante sulle pendici del Monte Motta corrispondenti alla sponda soleggiata della valle del Lanterna. La posizione panoramica e la conformazione morfologica del territorio lo rendono un luogo particolarmente apprezzabile da un punto di vista paesaggistico. L’edificazione si compone di tre accentramenti principali e di altri edifici posizionali in conformità con l’andamento plano – altimetrico del territorio, ad evidenziarne lo sviluppo conoidale.

E’ attraversato da un interessante percorso escursionistico cha da Ponte, attraverso la località Fraccia, raggiunge Cima Sassa e, costeggiando la sponda destra orografica della valle del torrente Lanterna scende attraverso Piode fino a Franscia.

Alpe Prabello

L’Alpe Prabello è collocata a 2227 metri di quota, in un’ampia conca posta alla base delle pendici del Pizzo Scalino.

La bellezza ambientale e paesaggistica ne ha determinano il toponimo. In particolare si evidenzia la ricchezza del manto vegetazionale prativo, riscontrabile normalmente a quote inferiori. Ciò è attribuibile alle condizioni climatiche favorite da una posizione al riparo dai venti, da un’ottima esposizione solare e dalla continuità storica dell’attività zootecnica.

 

Alpe Campagneda

L’Alpe Campagneda è collocata a 2140 metri di quota su un’altopiano posto in lieve pendenza denominato Piana di Campagneda. La vastità del territorio prativo, le condizioni climatiche favorite da una posizione al riparo dai venti e da un ottimo soleggiamento, la rendono il più ricco alpeggio presente in Valmalenco.

L’Alpe Campagneda è un luogo strategico, di passaggio e di partenza di numerosi percorsi escursionistici. E’ attraversata dall’Alta via della Valmalenco nel tratto che dall’Alpe Val Poschiavina, passando per il passo di Campagneda, raggiunge l’Alpe Prabello ed è punto di partenza per l’ascensione al Pizzo Scalino.

Alpe Val Poschiavina

Collocata nell’omonima valle, a 2200 metri di quota, ad est della diga dell’Alpe Gera.

E’ raggiungibile pedonalmente o percorrendo una strada sterrata che risale il fianco della diga, accessibile solo a mezzi autorizzati.

La Val Poschiavina si apre ad est della diga dell’Alpe Gera e si estende in direzione sud – est per più di due chilometri fino al confine svizzero presso il passo di Uer o della Poschiavina, e il passo di Canciano. E’ inoltre possibile percorrendo la valle raggiungere l’Alpe Campagneda, attraverso l’omonimo passo. Essa presenta interessanti aspetti geo-morfologici e paesaggistici. Ha un profilo ad “U”, con il fondovalle occupato da considerevoli quantità di pascoli.

Alpe Fellaria

L’Alpe Fellaria è posizionata 2410 metri di quota a nord – ovest della diga dell’alpe Gera. Si raggiunge risalendo un suggestivo percorso ricavato nel fianco scosceso della diga, che prosegue a monte dell’Alpe fino al rifugio Marinelli, attraverso le Bocchette di Caspoggio.

L’insediamento presenta caratteri architettonici omogenei ed è perfettamente armonizzato con l’ambiente, fino a sembrarne parte integrante. Le costruzioni sono allineate e disposte lungo le pendici di un promontorio roccioso, con le falde sempre orientate secondo la pendenza del terreno. Sono tutte di piccolissime dimensioni, a pianta pressoché quadrata, ad un piano, con copertura a due falde ed accesso posto centralmente alla facciata a capanna. Sono realizzate in pietra a secco, con l’orditura del tetto lignea che non traspare all’esterno, rendendosi mimetiche nel territorio roccioso.

 

Alpe Gembrè

L’Alpe Gembrè è posizionata 2220 metri di quota a nord – est della diga dell’alpe Gera.

Riveste un importante ruolo nell’ambito dell’attività zootecnica della valle ed è notevole da un punto di vista paesaggistico, per il rapporto che l’ambiente costruito ha stabilito con l’ambiente naturale.

Diga di Alpe Gera

Con i suoi 160 metri, la diga di Alpe Gera, in alta Valmalenco, è la diga in esercizio più alta d’Italia. Realizzato in calcestruzzo, lo sbarramento, del tipo “a gravità massiccia ordinaria”, è lungo 528 metri ed è in grado di contenere un volume totale di 1.685.000 metri cubi d’acqua proveniente dai ghiacciai di Fellaria e dello Scerscen.
Questo imponente progetto risale al 1959, mentre l’opera è stata effettivamente realizzata tra il luglio del 1958 e l’ottobre del 1964, con un ultimo collaudo effettuato il 31 marzo 1970.
Da allora, la diga di Alpe Gera ha creato un invaso di 68 milioni di metri cubi d’acqua, formando, a quota 2.128 m s.l.m., il lago artificiale omonimo, che alimenta, tramite un salto medio di 133 m, la centrale idroelettrica di Campo Moro. Quest’ultima è stata realizzata in una caverna artificiale collegata all’esterno da una galleria di 570 mt. La potenza sprigionata dall’impianto è di 35.000 KVa, per una produzione di circa 33 milioni di KWh annui.

Diga di Campo Moro

Lo sbarramento di Campo Moro è stato costruito tra il 1956 e il 1958 ed è costituito da due dighe a gravità separate da un grande sperone roccioso.

La diga est, realizzata in calcestruzzo è alta 96 metri e lungo 180 metri, mentre quella ad ovest, costruita in blocchi di pietra, è alta solo 35 metri. Insieme formano un bacino con una capacità massima di 11 milioni di metri cubi d’acqua.

La vista del fondovalle, dal bacino di Campo Moro, è incantevole. Da qui, tramite un salto di circa 1000 mt., attraverso gallerie di derivazione e condotte forzate, le acque raggiungono la centrale di Lanzada, in grado di produrre 210.000 KWh.